False fatture per oltre mezzo milione, scatta il sequestro di 102 mila euro

2' di lettura 14/02/2023 - I finanzieri del Comando Provinciale di Vicenza hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Verona, finalizzato alla confisca di beni e disponibilità finanziarie per 102 mila euro a carico di una società di Montecchio Maggiore (attualmente in liquidazione) operante nel settore del commercio all’ingrosso di elettrodomestici ed elettronica

Il provvedimento cautelare, che ha permesso di sottoporre a sequestro somme di denaro giacenti su uno dei conti correnti societari, trae origine da un intervento di polizia economico-finanziaria condotto dalle Fiamme Gialle di Arzignano che si era concluso con la denuncia del titolare e del prestanome della società per aver indicato, nella dichiarazione dei redditi per l’anno 2012, costi fittizi per oltre mezzo milione di euro mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, al solo scopo di evadere l’imposta sull'Iva. La meticolosa attività d’indagine aveva permesso di scoprire un’articolata frode fiscale, grazie all’interposizione di una serie di società fittizie, operanti come “società cartiere”.

La società controllata, infatti, quale cessionario finale, aveva beneficiato insieme ad altri soggetti economici, tutti operanti nel settore del commercio di materiale tecnologico/informatico, di un complesso meccanismo di frode carosello all’Iva mediante la reiterata emissione/utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. In particolare, si era avvalsa di fatture inesistenti emesse da una "società filtro” con sede a Vicenza e inattiva dal 2011, rappresentata dalla compagna dell’amministratore di fatto dell’azienda.

In tal modo erano stati allungati i passaggi documentali riferiti alla merce proveniente da fornitori comunitari, ostacolando quindi la ricostruzione del flusso reale dei beni, e consentendo al beneficiario della frode di ottenere un duplice vantaggio: fiscale, derivante da un credito Iva pari a 102.264 euro per l’acquisto di beni in regime ordinario, imposta non assolta già in origine dall’importatore/società cartiera; economico, dato dalla possibilità di presentarsi sul mercato con prezzi più competitivi rispetto alle aziende di settore sane e rispettose delle regole, che operano senza utilizzare artifici contabili.






Questo è un articolo pubblicato il 14-02-2023 alle 14:38 sul giornale del 15 febbraio 2023 - 32 letture

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